Arte, cultura, tradizioni e storia

Portoscuso durante l'epoca moderna e contemporanea

la Portoscuso odierna è nata nel XVI secolo grazie a pescatori sardi, siciliani e ponzesi. Per secoli la zona fu teatro di incursioni dal mare ma, a partire dal tardo settecento, la situazione si quietò. La cittadina venne elevata a comune nel 1853

Nonostante abbia una storia antichissima, l’odierno abitato di Portoscuso ha avuto origine nel Cinquecento, durante la dominazione spagnola, grazie all’immigrazione di pescatori sardi, siciliani e ponzesi con l’aggiunta di corallai marsigliesi. Il nome della cittadina deriva dal catalano " Port Escus” che significa porto nascosto. In breve Portoscuso divenne un importante scalo commerciale e, sul finire del secolo, si provvide ad edificare lo stabile oggi noto come Torre Spagnola al fine di avvistare per tempo eventuali incursioni di pirati provenienti dal Nordafrica. 

Nel corso del Seicento e del Settecento la zona di Portoscuso fu ripetutamente assalita dai predoni: in uno di questi raid persino la torre fu gravemente danneggiata e alcuni abitanti che vi avevano trovato riparo vennero assassinati o deportati. Sul luogo della strage i sopravvissuti fecero erigere una croce e una lapide in memoria del triste evento e la zona prese il nome di "Su Campu Dolorosu" ovvero "il campo del dolore".

Nel 1738 vi fu un ulteriore incremento di popolazione a seguito dell’ospitalità data a profughi liguri provenienti da Tabarka, scacciati dalle loro zone di origine: gli esuli furono sistemati nella tonnara di Su Pranu fino a quando non venne ultimata la nuova cittadina di Carloforte sull'isola di San Pietro. Nel 1853 Portoscuso divenne comune autonomo e nel 1940, in piena Seconda guerra mondiale, venne accorpato a Carbonia, per poi ritornare da solo nel 1945.

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.