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Il porto nascosto della Sardegna: Portoscuso

Portoscuso è un caratteristico borgo situato nella costa meridionale della Sardegna, nel territorio del Sulcis Iglesiente. Città antica, venne fondata nel XVII secolo, dopo l'erezione della Torre Spagnola, costruita sia per scopo difensivo sia come punto di avvistamento e della tonnara, polo di attrazione per pescatori sardi, siciliani e ponzesi.

Portoscuso, tra preistoria e storia antica

Anche se la cittadina sarda fu fondata intorno al 1600, l'origine e la presenza dell'uomo affondano le radici addirittura nella preistoria. Sono stati ritrovati, infatti, numerosi resti di grotte sepolcrali, nuraghi, villaggi con capanne e di circoli megalitici risalenti all'età del rame e del bronzo. In seguito l'area fu frequentata anche dai fenici, dai punici e dai romani. In epoca medievale Portoscuso fece parte del giudicato di Cagliari, per passare poi sotto il dominio, dopo il 1250, dei Della Gherardesca.

Portoscuso: dall'età moderna a oggi

L'odierna Portoscuso nasce nel XVII secolo, durante il periodo spagnolo, come zona di insediamento di tonnarotti e pescatori sardi, siciliani, ponzesi, francesi e marocchini. Non solo, la cittadina era anche un importante porto commerciale. E' di questo periodo l'edificazione della torre costiera, la Torre Spagnola. La vera evoluzione del paese comincia tuttavia grazie alla costruzione di alcune tonnare, che attirano pescatori italiani e non. Durante il Seicento il borgo viene più volte assalito dai pirati, che distrussero quasi totalmente la torre. Durante l'Ottocento diviene comune autonomo e, in epoca fascista, è inglobato a Carbonia, per riconquistare l'autonomia pochi anni dopo. Al termine dei conflitti mondiali, a Portoscuso si sviluppa il polo industriale di Portovesme.

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